La Pasqua a Caltabellotta negli anni

 

Come ogni anno – chissà da quanti anni! – la notte tra il sabato santo e la domenica di Pasqua, San Michele è pronto a fare la sua parte: annunciare a tutti i caltabellottesi la Resurrezione di Cristo. Alle cinque del mattino, il santo guerriero, con la lancia, l’elmo in testa, la corazza e il suo viso da bravo ragazzo ancora imberbe, sulla vara tutta ricoperta di balicu, di alloro e di gigli, correndo e danzando in compagnia dei giovani del paese e con la banda che alterna la sanmichiliata – con l’inno dei bersaglieri, busserà a tutte le porte, tranne quelle listate a lutto, per dire “ susitivi, Cristo arrivisciu”. San Michele per questo suo compito viene gratificato da continue acclamazioni: viva lu gigliu , viva rosetta, viva lu santu di li picciotti schetti.

di Calogero Pumilia

 

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